Context

Il settore olivicolo italiano, largamente rappresentato dalla Puglia, sta attraversando una fase di crisi strutturale riconducibile, soprattutto, alle difficoltà che incontra nell’adattarsi ai profondi cambiamenti in atto nel contesto economico e istituzionale.

Esso è caratterizzato da una forte polverizzazione aziendale e dalla prevalenza di impianti tradizionali con meno di 200 piante per ettaro, che ne limitano sia la meccanizzazione che le rese produttive e che trovano nei costi di gestione molto alti un fattore assai limitante. Il miglioramento della redditività ottenibile con la riduzione dei costi di produzione richiede, indubbiamente, la ristrutturazione degli oliveti e l'adozione di modelli olivicoli innovativi tra i quali c’è quello superintensivo.

Additional comments

L’arboricoltura del terzo millennio non potrà che essere l’arboricoltura superintensiva (AS) per molteplici ragioni:

- maggiori produzioni per unità di risorsa (incluse suolo e acqua);

- enorme abbattimento dei costi di produzione con livelli produttivi più costanti e di livello qualitativo elevato e standardizzato;

- maggiori superfici gestibili dal singolo imprenditore e possibilità di ampliamento aziendale al fine di incrementare la redditività complessiva aziendale ;

- minore impatto ambientale riferito ad ogni singola unità di prodotto ;

- non trascurabili vantaggi sociali come la minore gravosità del lavoro;

- enorme beneficio sociale per l’intera comunità conseguente alla sostenibilità economica, che favorisce la diffusione di arboree, come olivo e mandorlo.

Additional information

L’arboricoltura mondiale è in forte rinnovamento per tutte le specie di grande rilievo commerciale con l’intento di intercettare più luce e meglio distribuita nella chioma. Quindi, più fotosintesi per unità di superficie coltivata, ossia più elevati livelli produttivi rispetto al passato, e migliore e più uniforme livello qualitativo delle produzioni, legato al regime radiativo nell’intorno dei frutti. Ciò si ottiene riducendo la dimensione delle chiome. Per cui, un tale epocale cambiamento ha mosso le sue basi dall’applicazione di una serie di tecnologie innovative come cultivar e loro cloni a portamento compatto e/o nanizzato, portinnesti nanizzanti, gestione della chioma in estate ed altre ancora. Tutte recenti e per le quali non è terminata l’evoluzione e proposizione a livello mondiale. Dunque, necessitano di essere testate con attenzione e gestite nella loro introduzione su territori vasti in una regione leader come la Puglia nel settore delle produzioni arboree.