Contexte

Ad oggi in Puglia più di 2.600 ettari sono coltivati a uva da tavola biologica (1.450 ettari in biologico e 1.150 in conversione) e circa 3.000 ettari a ciliegio bio di cui 1.500 ettari in biologico e 1.500 in conversione (Fonte Biobank Open Project - Regione Puglia, 2017).

Il cambiamento climatico in atto richiede l’adozione di pratiche colturali atte ad aumentare la resilienza dell’agroecosistema vigneto e ceraseto mediante un approccio eco-sistemico che preveda una gestione integrata del suolo, della risorsa idrica e delle risorse viventi al fine di promuovere la conservazione e l’uso sostenibile delle risorse in modo giusto ed equo. Ciò è emerso dai focus group attivati nella misura 16.1 come necessità di innalzare le competenze reali degli operatori del settore biologico, con particolare riferimento all’impiego consapevole dei mezzi di produzione (apporti irrigui, nutrizionali, gestione della chioma, qualità alla raccolta e nella fase di post-raccolta) e di aumentare l’interazione/cooperazione tra mondo produttivo e sistema della ricerca.

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Il trasferimento su scala reale delle innovazioni previste nel progetto in relazione al miglioramento del suolo (a seguito di inerbimento e/o sovescio e relativo apporto di compost), all’impiego di sistemi di monitoraggio dello stato idrico, dello stato fitosanitario della coltura e l’impiego dei modelli previsionali di sviluppo delle patologie, determinerà riduzione degli effetti negativi legati a stress ambientali multipli (termici, idrici, luminosi, parassitari) tipici dell’ambiente caldo-arido,  per cui è prevedibile un incremento del 10-15% delle performance quanti-qualitative sia in viticoltura da tavola che in cerasicoltura, anche in relazione a una riduzione delle perdite di prodotto per insufficiente protezione fitosanitaria o ridotti parametri merceologici alla raccolta.  Le innovazioni introdotte nella fase di post raccolta e del packaging, con incremento della shelf-life dell’uva da tavola e delle ciliegie, consentiranno di ridurre le perdite post-raccolta, aumentando la disponibilità sul mercato di uva e ciliegie bio ad elevata freschezza e salubrità. Sarà pertanto possibile per i produttori spuntare maggiori prezzi di vendita con aumento della redditività agricola oltre che promuovere due eccellenze della frutticoltura biologica pugliese. La razionale gestione dell’apporto irriguo, del controllo fitosanitario, delle tecniche di gestione della chioma determineranno una riduzione dei costi energetici e del costo di input extra-aziendali. Inoltre la partecipazione al progetto e le continue interazioni tra i gruppi di ricerca, di assistenza tecnica e gli operatori agricoli partner, consentirà di innalzare il livello di preparazione e le competenze degli operatori bio.

Additional information

La proposta è orientata allo sviluppo di un sistema innovativo di gestione dell’agroecosistema vigneto e ceraseto, attraverso l’implementazione su scala reale delle innovazioni disponibili, in agricoltura bio e basate sul principio del “continuum suolo-pianta-ambiente”, contribuendo al raggiungimento dell’ “Obiettivo a” del PEI per l’uso efficiente di risorse, redditività, competitività e riduzione delle emissioni. Tale logica si applicherà anche in post raccolta, per valorizzare le caratteristiche compositive e nutraceutiche dei prodotti freschi (uva e ciliegie) prolungandone la shelf-life, offrendo una maggiore sicurezza alimentare al consumatore, dandogli la possibilità di controllare la produzione in ogni fase del processo produttivo biologico, contribuendo così al raggiungimento dell’“Obiettivo b” del PEI.

Le innovazioni tecnologiche consentiranno un miglioramento nella gestione delle risorse naturali interne (suolo e risorsa idrica) ed esterne all’azienda (razionale uso dei formulati nutrizionali e per il controllo delle avversità), per cui incideranno sul miglioramento dei metodi di tutela dell’ambiente, dando quindi il loro apporto nel raggiungimento dell’“Obiettivo c” del PEI. Altro risultato sarà quello derivante dalla cooperazione tra mondo produttivo e ricerca, con l’aumento delle competenze degli operatori attraverso l’uso migliorato dei mezzi di produzione aziendale e del prodotto finito. Questo risultato contribuirà al raggiungimento dell’“Obiettivo d” del PEI